Futuro passato. Per una semantica dei tempi storici by Reinhart Koselleck

autore:Reinhart Koselleck
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Filosofia,
ISBN: 88-211-8616-4
editore: Marietti
pubblicato: 1986-09-15T00:00:00+00:00

V. Panoramica teorica

L’abbozzo storico precedente non pretende di attribuire un valore assoluto alla successione cronologica delle posizioni presentate. È stato concepito con un’intenzione sistematica, e può essere variato e integrato con testimonianze tratte da altri Paesi e da altri periodi. Il problema della relatività storica dell’età moderna e del suo padroneggiamento scientifico non si aggraverà per questo. Trarremo quindi alcune conclusioni dalle posizioni che, nell’area linguistica tedesca, hanno posto per la prima volta i problemi del rapporto tra teoria e punto di vista, risolvendoli in vario modo.

Fin dai tempi delle antiche teorie sull’arte storiografica si discute sulla possibilità di illustrare direttamente una storia, senza dover ricorrere a particolari artifici retorici. Chladenius distingue tra le storie vere, in sé immutabili, e le loro interpretazioni condizionate da un particolare punto di vista. Con la temporalizzazione della prospettiva il problema si complica, perché ora anche la storia dell’azione e della ricezione di eventi passati appartiene all’esperienza della «storia in generale» in cui si risolvono le singole storie. Anche le nuove posizioni non rinunciano però a mettere in campo «fatti» passati, indipendentemente da come vengono giudicati successivamente. La separazione tra fatto e giudizio viene accettata persino da Hegel, in quanto esige metodologicamente l’imparzialità per l’accertamento dei dati e richiede una presa di posizione solo per la formazione del giudizio storico: a favore del partito della ragione e dunque del partito della sovrapartiticità.

Fatti passati e giudizi presenti sono poli terminologici fra i quali si muove la prassi della ricerca, cui corrispondono, nella teoria della conoscenza, oggettività e presa di posizione. Ma appena inizia la prassi della ricerca il dilemma si scioglie. Probabilmente sotto l’antitesi gnoseologica si cela uno pseudoproblema. Infatti, nel contesto storiografico, anche i fatti sono condizionati dal giudizio. Il problema storico da risolvere è se, per servirci delle parole di Gentz, Luigi XVI sia stato assassinato, oppure giustiziato, o addirittura punito; non il «fatto» che una ghigliottina di un certo peso gli abbia staccato la testa dal tronco.

Quanto alla pura «informazione sui fatti», essa è metodologicamente indispensabile, ma si muove sui binari della comune accertabilità. Il metodo storico ha la propria razionalità. Questioni di autenticità delle fonti, datazione dei documenti, cifre indicate dalle statistiche, letture e varianti di testi, loro origine o derivazione: tutto ciò può essere determinato con un’esattezza paragonabile a quella delle scienze naturali, nei limiti in cui gli eventi possono essere comunicati e controllati universalmente, a prescindere dal punto di vista di uno storico. Questo canone di accuratezza metodologica, elaborato nel corso di secoli offre una solida difesa contro affermazioni arbitrarie, che compaiono con la pretesa di assoluta sicurezza. Ma l’autentico conflitto sull’«oggettività» dei «fatti da accertarsi sulla base di ciò che ne resta ha luogo raramente nella sfera della tecnica scientifica. Ci sono gradi di esattezza nelle constatazioni storiche su cui in fin dei conti si può decidere. La disputa sull'«oggettività» acquista la sua forza d’urto solo là dove un «fatto» entra a far parte del contesto di un giudizio storico. La mia proposta è quindi di spostare il problema.

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